ORTOPEDIA - Un robot in sala operatoria
- Dario Giunchi
- 5 giorni fa
- Tempo di lettura: 4 min
Intervista sulla rivista Spazio Salute - Marzo 2025.

Anche in Ticino, ad Ars Medica, le innovazioni tecnologiche della robotica a sostegno della chirurgia ortopedica del ginocchio.
Merita un approfondimento la notizia dello scorso mese di dicembre nella quale la Clinica Ars Medica di Gravesano annunciava che le innovazioni tecnologiche della robotica sono entrate in dotazione alla sala operatoria a sostegno della chiurigia ortopedica.
VELYS, questo il nome del sistema operativo di cui si è dotata la clinica di Gravesano, è la “logica evoluzione” di una tecnologia a sostegno della mano del chirurgo nell’oramai inevitabile e inarrestabile evoluzione che tocca non solo l’ortopedia, ma qualsiasi campo da più di un decennio
a questa parte.
“Allo stato attuale, la chirurgia robotica rappresenta l’ultimo gradino nello sviluppo delle innovazioni tecnologiche applicate alla chirurgia, e per ora non sostituisce affatto il chirurgo al quale rimane tutto il potere decisionale, ma in futuro avrà sempre più spazio. Bisogna subito sottolineare che, anche in Ticino, non si sta sperimentando proprio nulla: i pazienti non sono delle cavie e questa tecnologia oramai affermata ha alle spalle una lunga storia (nello specifico il primo robot per il ginocchio è stato lanciato nel 2006).
Dobbiamo ricordare che l’era robotica nella chirurgia, la cui strada è stata indicata dalle sperimentazioni belliche, parte dal 1985 con Puma 560, il primo robot chirurgico, passando per il Da Vinci che dal 2000 è il sistema chirurgico robotizzato usato in particolare per interventi minimamente invasivi in chirurgia viscerale e toracica, dalla cardiochirurgia, all’urologia e ginecologia”. Così chiosano lo specialista in Chirurgia ortopedica e traumatologia dell’apparato locomotore Dr. Med. Dario Giunchi e il collega omologo Dr. Med. Mauro Molina. Entrambi parte del team di chirurgia ortopedica di Ars Medica, ci permettono di prendere confidenza con il valore del robot VELYS di cui si avvale Ars Medica dallo scorso mese di novembre per questo tipo di interventi chiurigici al ginocchio, con la chiara premessa che questo sistema operativo è a supporto e non sostituisce per nessuna ragione il chirurgo ortopedico, ma combina la sua tecnologia all’avanguardia con la competenza e gli anni di esperienza del chirurgo: “Si parla di “tecnologia robot-assistita” dove “assistita” sta a indicare che il robot supporta il chirurgo nella realizzazione di tagli di altissima precisione e nell’adattamento ancora più preciso degli impianti (protesi al ginocchio totali e, a breve, anche monocompartimentali) all’anatomia individuale di ciascun paziente”.
Negli interventi al ginocchio il robot VELYS comporta innegabili vantaggi pur non sostituendosi alla
mano del chirurgo a cui rimane tutto il potere decisionale operativo: “Precisione e riduzione dell’errore che, per il paziente, in linea di principio si traducono in una migliore riproducibilità e una maggiore soddisfazione.
Il robot permette una migliore e individualizzata acquisizione della morfologia e della funzionalità del ginocchio; ciò significa che riusciamo a capire meglio come si comporta l’articolazione dal punto di vista delle strutture ossee e di quelle legamentarie. Di conseguenza, sapremo decidere al meglio come vogliamo posizionare la protesi che è sempre la stessa, non cambia di una virgola per rapporto a quella inserita senza l’ausilio del robot, mentre ciò che fa la differenza è come la si posiziona all’interno del corpo, nell’articolazione del ginocchio, perché con la sua analisi il robot fornisce dati più precisi e personalizzati.
Quindi, il chirurgo riesce a posizionare la protesi in modo più preciso e individualizzato rispetto a un intervento tradizionale”. Beninteso, si potrà sempre operare anche senza e, per similitudine, Giunchi porta un esempio noto a tutti: “Facciamo analogia con il navigatore GPS dell’automobile, prima del quale noi guidavamo e arrivavamo comunque a destinazione. Ma con l’introduzione di Google Maps gli errori sono diminuiti, i percorsi sono più efficienti e le tempistiche più rapide. Certo, oggi se togliamo il navigatore dall’auto sappiamo ancora giungere a destinazione, soprattutto in un tragitto a noi noto. La chirurgia robotica, così come il navigatore GPS per l’auto, aiuta anche se non è essenziale”.
Però non bisogna dimenticare che permette maggiore precisione e personalizzazione per ciascun paziente: “Grazie a questo sistema operativo innovativo, durante l’intervento noi chirurghi del ginocchio possiamo visualizzare, tramite un display digitale dedicato, i dati personalizzati su anatomia e funzionalità del ginocchio del paziente. Questo grazie a sensori particolari coi quali il robot rileva in tempo reale e con particolare precisione la posizione, l’allineamento e la stabilità del ginocchio: fattori fondamentali che, grazie al braccio robotico permettono di migliorare ulteriormente precisione e qualità dell’intervento, personalizzando il posizionamento della protesi”.
Una tecnologia che esige un’adeguata preparazione dei chirurghi: “Si viene dapprima in contatto con la tecnologia stessa, la si tocca, la si prova in ambienti non chirurgici con l’ausilio di chi l’ha progettata per comprendere come funziona. Poi, è necessario testarla osservando altri medici e allenandosi dapprima su manichini. Alla fine di questo percorso si è pronti per la vita reale”.
L’acquisto di un’apparecchiatura del genere comporta per la Clinica un investimento non indifferente che, però, non incide sui costi dell’intervento stesso (le tariffe forfettarie non sono intaccate dall’uso del robot).
Adatta a ogni tipo di pazienti, l’assistenza robotica nella chirurgia del ginocchio non aumenta i tempi dell’intervento chirurgico, mentre bisogna ricordare una serie di vantaggi non indifferenti: “L’obiettivo di questa aumentata efficienza è avere interventi chirurgici meno invasivi, con perdite di sangue inferiori che si potrebbe tradurre in una sensibile riduzione dei tempi di recupero del paziente, quindi a un più rapido ritorno alla vita quotidiana”.
Inevitabile dotarsene, anche perché il futuro della chirurgia robotica è oramai già il presente: “Perché è importante dotarsi di un navigatore dell’auto? Anche in chirurgia robotica i vantaggi saranno così evidenti che non sarà conveniente fare senza. Nei prossimi anni l’operatività sarà sempre più delegata alla macchina e al chirurgo resterà sempre più la decisionalità”.
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